Domenica 17 marzo 2024 - 5 quaresima B (Gv 12,20-23)

Entrando a Gerusalemme il Nazareno provoca un grande fraintendimento. Le folle lo osannano come re prima di abbandonarlo del tutto, gli oppositori tramano contro di Lui, i discepoli capiscono e non capiscono. Nello stesso tempo Gesù incuriosisce dei Greci, cioè degli estranei, dei pagani simpatizzanti con una richiesta precisa: «Vogliamo vedere Gesù». Non è il vedere del toccare con gli occhi, ma del togliere le ombre sulla persona per conoscerla. E Gesù si fa realmente vedere, mostra il suo volto in termini che sorprendono. Volete capire chi sono? Guardate la croce. Osservate il chicco di grano che cadendo in terra muore e porta molto frutto. Proprio da  ciò che marcisce e sembra inevitabilmente perduto sboccia la vita e un frutto abbondante, non sperato. Non manca il turbamento e Gesù lo riconosce, ma non manca neanche la fiducia incrollabile nel Padre.

Secondo l’insegnamento di Gesù questa su radicale fiducia in Dio ci suggerisce di fidarci quando nella nostra vita i frutti non si vedono o tardano a mostrarsi, quando il fico piantato nel terreno delle nostre giornate non germoglia, quando nella vigna dei nostri programmi non c’è frutto, quando l’ulivo della pace piantato tra i parenti non produce, quando la nostra sicurezza sparisce dall’ovile delle nostre famiglie… Gesù non è mai caduto nella trappola del “tutto e subito”, ma seminava nei piccoli solchi del quotidiano. Il senso della nostra vita non sta nel morire, ma nel portare frutto. La paura più grande di Gesù non è la morte, ma del rischio di essere insignificanti. Secondo Gesù pensare solo a se stessi è limitarsi arespirare, aiutare qualcuno è cominciare avivere! La promessa di Gesù è chiara: il seme «produce molto frutto», già da oggi, anche se i nostri occhi stanchi e scoraggiati non lo vedono.

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Domenica 24 marzo 2024 - Palme B (Mc 14,1-15-47)

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Domenica 10 marzo 2024 - 4 quaresima B (Gv 3,14-21)