Domenica 7 luglio 2024 -14 B (Mc 6,1-6)

Gesù torna al villaggio in cui è nato. Non torna da solo, ma accompagnato da un gruppo di discepoli. Torna a Nazareth per presentare all’antica famiglia la sua nuova famiglia, composta di gente che ha lasciato le reti , il padre sulla barca con gli operai, il banco delle imposte, e lo hanno seguito. È sabato e in sinagoga comincia a insegnare. Ma i suo compaesani concordano che Gesù fa cose fuori dal comune e le sue parole sono strane. La gente passa in fretta dalla meraviglia alla diffidenza e al rifiuto. Quelli di Nazareth sono scandalizzati: No, non può essere lui il Messia! Stiamo scherzando? Il figlio di Giuseppe il falegname? Il Messia non può che essere diverso, grandioso, onnipotente, uno che ha studiato! Anche noi – dicono quelli di Nazareth – stiamo aspettando il Messia, ma non può essere uno che cresce nella bottega di un artigiano, con mani callose, con un naso che respira colle e resine, che distingue i tipi di legno! Gesù disprezzato e stupito, reagisce facendosi guarigione.

Lo scandalo dei compaesani è che Gesù ha rotto gli equilibri, invitando ad abbandonare le sicurezze offerte dalla religione dei loro padri. Il Messia non può venire con mani da falegname, non può essere questo il nostro Dio, che frequenta malati, peccatori e indemoniati. In realtà Gesù sta dicendo che nessuno coincide con i problemi della sua vita: è molto di più! Sta dicendo che non si può riconoscere la sua divinità senza amare prima la sua umanità. Il suo è un invito a non disprezzare mai quelli di casa, perché in loro c’è il DNA di Dio: un Dio domestico. Quelli di Nazareth si stupiscono, ma anche Gesù si meraviglia per la loro incredulità. Accade che ci entusiasmiamo per le messe affollate o i pellegrinaggi ai santuari più in voga e poi… non riusciamo a dare una mano al nostro vicino di casa, di cui spesso a stento conosciamo il nome! I buoni maestri, magari piccoli, tra di noi ci sono, basta ascoltarli e continuare a guarire la vita.

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Domenica 30 giugno 2024 - 13 B (Mc 5,21-43)