1 novembre 2022 - Tutti i santi (Mt 5,1-12)
La solennità di tutti i santi è la festa in cui sentirci colmi di gratitudine per Dio, per la vita, per le creature che Dio ha posto sul nostro cammino. Il testo dell’Apocalisse alza il velo per permetterci di spiace ciò che è nascosto e dirci che la santità non è legata all’eccezionalità o ai miracoli, ma alla folla più ampia di persone. Alzando il velo possiamo scoprire che la “la salvezza appartiene a Dio”, la santità è opera di Dio e che non è un fatto riservato a pochi, ma una possibilità per tutti. Il libro parla di “una moltitudine, immensa che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua”. Se alzi il velo dai tuoi occhi puoi vedere che la santità lo tocchi con mano là dove vivi, nelle persone che incontri. Questa santità si mostra nella pazienza delle persone, nei genitori che crescono con passione i loro figli, negli uomini e nelle donne che lavorano per portare il pane a casa, nei malati che su un letto d’ospedale regalano serenità. È la santità che papa Francesco chiama “della porta accanto”, di chi vive vicino a noi e riflette con la qualità del suo vissuto la presenza di Dio.
Nella loro normalità quotidiana Gesù chiama le persone “beati”. Non sono quelle che entrano nel calendario e chiamiamo prima “servo di Dio”, poi “beato”, poi “santo”, ma persone in carne e ossa, tribolate e piene di speranza, ferite e fiduciose. Chiama “beati” donne e uomini comuni. Li canonizza senza procedure sofisticate, li canonizza da vivi, con le loro storie di ordinaria bontà. In alcune riconosce un sentire umile, in altre uno sguardo compassionevole, in altre la limpidezza di cuore, in altre ancora la mitezza, in altre la passione per la costruzione della pace, in altre la sete per la giustizia, in altre la resistenza alla sopraffazione. Lui li faceva beati, santi. E non è che fosse gente da miracoli, o eroi di perfezione! È bello che la santità sia moltitudine, vissuta da ciascuno in un modo originale, unico, irrepetibile. È la santità del genitore, dell’operaio, dei bambini, degli anziani, dei morti e dei vivi, dei credenti e di chi dice di non credere e non smettere di distribuire notizie di vangelo. Tra il libro del vangelo e i santi c’è tutta la differenza che corre tra la musica scritta e la musica cantata.