Domenica 10 agosto 2025 -19 C (Lc 12,32-48)

Ciascuno di noi è amministratore di un tesoro fragile e prezioso: la nostra vita. La parabola del signore e dei servi è scandita in tre momenti. Tutto inizia con il padrone che se ne va e affida la casa ai suoi servi. La sua assenza ci pesa ma ci lascia liberi di amarlo come figli e non costretti come schiavi. In un secondo momento anche nella notte, quando le ombre dominano, i servi attendono il padrone. In un terzo momento se il padrone tornando troverà i suoi servi ancora svegli, con grande sorpresa li farà mettere a tavola e si metterà a fare il servo. E allora non potranno più chiamare quel Dio padrone, ma servitore: non il Dio capo che ti sta con il fiato sul collo, il comandante al quale mettere le pantofole, ma il Dio che si fa servitore.

Il Dio di Gesù ci affida la casa della vita e ci ricorda che non è nostra: non possiamo farla da padroni, ma ci è solo consegnata. Ci dice: prenditi cura ogni giorno della casa della vita, vigila e lavora per la tua famiglia, sii attento ai volti delle persone accanto. Non prendere paura delle ombre della tua vita, ma rimani sveglio con il poco che hai, come puoi. Vale di più accendere una piccola lampada nella notte che imprecare contro tutto il buio del mondo. Non ti spaventino le notti della storia, l’oscurità delle tue giornate, il buio dei tuoi fallimenti, ma tieni accesa la tua lampada con la luce della Parola, che ti fa conoscere un Dio che passerà a servirti: da servo diventi signore e il Signore Gesù si fa servo della tua vita. Diventi un servo beato se ti scopre intento a far felici altri.

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Domenica 3 agosto 2025 -18 C (Lc 12,13-21)