Domenica 28 novembre 2021 - 1 C (Lc 21,25-36)
Inizia oggi il tempo liturgico dell’Avvento: quattro settimane di attesa del Natale. L’attesa può essere vissuta in molti modi diversi: si può aspettare con timore che capiti un evento brutto, sperando – forse contro ogni logica – che non succederà. O si può aspettare un evento bello non vedendo l’ora che capiti. Lo scenario sconvolgente e inquietante a cui Gesù fa riferimento è quello della caduta di Gerusalemme a opera delle truppe romane. Non è stata un’impresa facile riprendere fiato e rimettersi in cammino quando tutte le speranze di Israele, di cui si sentivano forti, sembrano svanite. Quante volte di fronte alle tragedie anche noi abbiamo gridato: è la fine! Ebbene Gesù invita a un atteggiamento contrario a quello dell’ansia e dell’agitazione, sfruttando le occasioni tragiche della vita per rendere testimonianza. In altre parole ci dice: non preoccuparti come se tutto dipendesse da te! Se sei caduto, rialzati, se sei prigioniero alza il capo perché la liberazione è vicina! Riconosci i germogli che stanno spuntando dai tuoi rami secchi!