Domenica 15 ottobre 2023 - 28 A (Mt 22,1-14)
Nella parabola del vangelo tutto comincia con un invito. Non un obbligo o un dovere, ma un invito. Gesù si rivolge ai capi religiosi e li richiama perché recuperino il coraggio di guardare alle proprie stanchezze, ai propri “rifiuti”, alle proprie illusioni. Tre i colpi di scena. Il primo consiste nel rifiuto degli invitati alle nozze per il figlio del re. La sala rimane vuota, perché all’invito si preferisce il campo e badare agli affari. Nel secondo colpo di scena il re, per riempire al sala, fa invitare a palazzo chi sta agli incroci delle strade: straccioni e poveracci. Terzo colpo di scena: fa buttare fuori dalla festa chi non ha l’abito nuziale. Ha invitato barboni, mendicanti e si meraviglia che uno sia messo male? Non si contesta l’abito indossato sulla pelle, ma quello che indossa il cuore. È rifiutato chi fisicamente entra nella sala, ma il suo interesse è altrove. È il dramma dell’uomo che si è sbagliato su Dio, che immagina un invito fatto di precetti domenicali, di credenze astratte, di proibizioni.
Noi pensiamo che Dio sia lontano e invece si trova dentro la sala della vita, nella sala del mondo. L’uomo, con la sua libertà, è il rischio di Dio! La parabola interroga anche noi quando ci sentiamo cristiani certificati, che rischiano di cullarsi nella falsa sicurezza di appartenere formalmente alla chiesa. Il rischio è di accontentarci degli adempimenti religiosi e del precetto festivo, come ciliegie sulla torta dei nostri comodi, dei nostri interessi. In realtà siamo chiesa in uscita a cercare agli incroci delle strade chi non sa più sperare, chi è nascosto dietro le siepi dei loro errori... Non importa chi sono: basta abbiano fame di vita. Forse oggi il re manderebbe i suoi servi nelle zone di guerra, a Lampedusa, alle stazioni ferroviarie delle grandi città. E secondo la parabola a cercare prima i cattivi e poi i buoni: uno scandalo per il fariseo che è in me! L’invito non è di passare la vita a indossare bei vestiti, ma a rivestire il cuore dei sentimenti di Cristo, a indossare la sua passione per chi ha bisogno. La sua sala non è piena di santi, ma di peccatori perdonati, di gente come noi: col fiatone, eppure mendicanti di senso.