Quando la Carne prende la Parola
febbraio 2023
di Sergio Gaburro (Autore)
Affermando che «Il Verbo carne divenne», l’evangelista Giovanni evidenzia il dialogo in-audito tra la V(v)oce di silenzio eloquente e il Verbo che si fa carne. Non si tratta di porre in conflitto trascendenza e immanenza, ma di riconoscere che per il filosofo ciascuno, nel suo esserci, è trascendenza rispetto all’A(a)ltro, mentre per il teologo chi crede è posto di fronte al Trascendente. Le acque dei due rivoli possono così tornare a mescolarsi in un fecondo dialogo fra teologo e filosofo: il primo è il vero senza Dio (ateo) che crede Dio, il secondo sa Dio. In questa tensione la fede non può che essere in lotta, inquieta e spaesata. La V(v)oce ascoltata spinge la teologia a uscire dal recinto ecclesiale per seguire la mobilità del Verbo cristiano e a svestirlo di quei paramenti linguistici con cui lo ha ri-vestito. Finché la parola del teologo rimane inquieta, nello scrutare e chiedere il nome dell’A(a)ltro, dell’amato e si tormenta nell’impossibilità del suo stesso domandare si può stare tranquilli.
