1 gennaio 2024 - Maria madre di Cristo (Lc 2,16-21)
Nella liturgia del primo giorno dell’anno civile la chiesa celebra Maria come Madre di Dio. In realtà sarebbe più corretto chiamarla “madre di Cristo”, per evitare le sia attribuito anche la maternità di Dio Padre. Maria non è una divinità! Come potrebbe Dio avere una madre? All’inizio dell’anno la chiesa pone di nuovo al centro il dono che Dio ha fatto all’umanità nella persona di Gesù. Dare alla luce un figlio è qualcosa di nuovo e la novità ci spaventa perché ancora non la conosciamo. Il nuovo ci costringe a rimetterci in gioco e la cosa ci disturba. Il Bambino Gesù suscita due reazioni. Dapprima, senza paura, i pastori si mettono alla ricerca del Bambino e dopo averlo trovato riferiscono quello che avevano visto e udito, onorando e lodando Dio. L’altra reazione suscitata è quella di Maria, la quale custodiva i fatti e li meditava nel suo cuore: li esaminava e li interpretava, cercandone il vero senso.
Due i messaggi che ci arrivano. Innanzitutto descrivendo i pastori si dice che quelli che la religione considera i più lontani da Dio, per il vangelo sono i più vicini a Dio. Non sono i personaggi romantici che oggi riempiono i nostri presepi, ma erano considerati delinquenti, dei ladri, dei lontani da Dio perché vivevano in uno stato di impurità. Il secondo messaggio ce lo offre Maria, la quale intuisce che nell’annuncio dei pastori c’è tutta la novità di quel Figlio che ha tra la braccia. Non ha capito tutto, ma sa aspettare, lasciando che questa novità si depositi nel cuore. Chi va a cercare questo Bambino nei sacri palazzi non lo trova, non lo trova nei regali, nei botti, nei messaggi artificiali e impersonali mandati suisocial... Egli sa di latte e di emozioni, di lacrime e di sorrisi, di voce materna e di sguardo attento…Ènato per risanare un mondo lacerato, in cui tutti parlano di pace e cercano guerra. Questo neonato Bambino sembra dirci: vuoi contribuire alla pace nel mondo? vai a casa e ama la tua famiglia.