Domenica 31 dicembre 2023 -Famiglia di Nazareth – B (Lc 2,22-40)

A pochi giorni dal Natale la liturgia ci invita a celebrare la festa della famiglia di Nazareth. Maria e Giuseppe portano il Bambino al tempo per presentarlo a Dio secondo la tradizione, ma non fanno in tempo a entrare che subito le braccia di un uomo Simeone e di una donna Anna se lo contendono, lo vogliono tra le braccia. In realtà il bambino Gesù non appartiene al tempio, ma all’uomo che sa attendere, che sa guardare lontano, oltre l’apparenza. Appartiene a Simeone che sa vedere oltre o ad Anna che rimane incantata davanti a un neonato nel quale vede il futuro di Dio. Gesù non accolto dai sacerdoti del tempio, ma un anziano e da un’anziana senza nessun ruolo ufficiale nel tempio: sono due nonni orientati a Dio come girasoli alla luce e vedono ciò che altri non riescono a  vedere. Nemmeno Maria e Giuseppe non sanno vedere. Entrambi non capiscono chi è quel Figlio: Giuseppe non capisce il sogno, Maria non comprende le parole dell’angelo, è dubbiosa sotto la croce…

Quella di Nazareth è una famiglia in carne e ossa, tipica di ogni famiglia, dove non mancano le incertezze sui propri figli, le ansie per il loro futuro, la fatica di capirli. Simeone fa una profezia su Maria: il Bambino è motivo di caduta perché fa cadere le tue maschere e le tue falsità; è segno di contraddizione, presenza ingombrante che contesta i tuoi progetti e i tuoi pensieri, tutto ciò che non è amore; è qui per la risurrezione, perché ti fa risorgere, ti prende per mano, ti fa rialzare quando credi che per te è finita. Gesù vive e lavora in famiglia fino all’età di trent’anni nel silenzio del quotidiano, in cui conosce la spiritualità del sacrificio, la mistica dei calli alle mani, la teologia del sudore. Oggi diremmo la spiritualità del pannolino o del pannolone, la mistica del ferro da stiro, la teologia della vendita e dell’acquisto. Non esiste una sola forma di famiglia: c’è la famiglia con o senza figli, quella separata/divorziata, quella che adotta o accoglie in affido… E tutti, come Maria e Giuseppe, in fatica a capire i figli. Ci consola che non sono nostri, ma appartengono a Dio, al futuro che non ci è dato di controllare.

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1 gennaio 2024 - Maria madre di Cristo (Lc 2,16-21)

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Natale 2023 (Lc 2,1-14)