8 dicembre 2023 Immacolata (Lc 1,26-38)

Nel giorno in cui la chiesa celebra la festa di Maria come immacolata, torniamo al vangelo. Si narra di una ragazza tra le tante, occupata nelle sue faccende di casa e nei suoi pensieri, quando l’angelo Gabriele entrò da lei. In questo modo l’evangelista Luca ci dice che Dio ci sfiora e ci tocca nella vita quotidiana, nella nostra casa. Lo fa in un giorno di festa, nel tempo delle lacrime e non prova imbarazzo se ci trova impreparati. La prima parola dell’angelo che dice «Rallegrati› non è un semplice saluto come noi diciamo “buongiorno”, ma è un invito a gioire, a essere contenta. Il motivo è presto detto: Dio ti ha colmata del suo amore: sei amata per sempre. Dicendo che è “immacolata” la chiesa intende esaltare l’azione “generante” di Dio cha dà l’avvio alla vita del bambino Gesù.

Il vangelo ci aiuta a liberare Maria da tutte quelle costruzioni che l’hanno allontanata da una vita vera. È una ragazza del popolo, in carne e ossa, con i suoi pensieri, le sue sofferenze e le sue gioie. Diversamente avremmo una sorta di Maria disidratata, una candida statua di gesso fuori dalla realtà. Purtroppo non è mancato il rischio di renderla un puro simbolo, rivestita di una “corona di privilegi” tanto da allontanarla dalle Scritture e dalla vita reale delle donne. Maria, la ragazza di Nazareth, alla luce del vangelo forse ci sta chiedendo di non allontanarla dalla vita reale, di sospettare di quei modelli di credenti che sono privi di vita quotidiana, persone tutte pure e tutte sante che lasciano il sospetto di una costruzione, di un artificio, di un inganno. Non è “piena di grazia” perché ha detto “sì” a Dio, ma perché Dio ha detto “sì” a lei, prima che risponda. Così Dio continua anche oggi a dire il suo “si” a noi.

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Domenica 10 dicembre 2023 -2 Avvento B (Mc 1,1-8)

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Domenica 1 Avvento B (Mc 13,33-37)