Domenica 1 settembre - 22 B ((Mc 7,1-8,14-15,21-23)

Gesù, di ritorno da villaggi, città e campagne, dove aveva incontrato tante situazioni di bisogno umano tenendo la mano, si trova davanti gente che discute sul fatto che i suoi discepoli prendono cibo con mani non lavate. L’obiettivo degli esperti religiosi ebrei del tempo era di mette come una siete intorno alla Legge di Dio per proteggerla, ma il risultato fu quello di soffocare il cuore della Legge, di annullarla, di renderla non valida. In altre parole si diceva: per incontrare Dio dopo essere stati al mercato, dopo aver fatto lavori impuri, dopo aver toccato certe persone ritenute impure, bisognava purificarsi secondo delle regole ben precise, presenti anche in altre religioni. Gesù reagisce fortemente contro questi formalismi vuoti, ribaltando la tradizione religiosa dell’esteriorità. Introducendo la religione dell’interiorità, afferma: ciò che rende impuro non sono le cose, ma il cuore!

Gesù anche oggi si trova di fronte a gente che discute di mani lavate o no, di stoviglie, di lavature di bicchieri, quando si trasforma la fede in qualcosa di esteriore, quando il problema centrale è pulire la mani e non il cuore. Riprendendo il profeta Isaia dice: «Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me». Il forte rischio è di vivere una religione fatta di pratiche esteriori, di emozionarci per i grandi numeri, di entusiasmarci per i milioni di pellegrini, di amare la liturgia per la musica e i canti, di apprezzare l’ambiente della preghiera per la forma, i fiori, l’incenso…, ma di avere «il cuore lontano» da Dio e dai poveri. Dio non è presente dove è assente il cuore! Gesù sta dalla parte di quelli che mangiano “con le mani sporche”. È più facile lavarsi le mani che lavare il cuore, le intenzioni, i desideri, gli sguardi, i giudizi, le parole maligne... È più facile puntare il dito contro chi ha sbagliato, che farlo sedere sul trono del proprio cuore!

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Domenica 8 settembre - 23 B (Mc 7,31-37)

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Domenica 25 agosto - 21 B (Gv 6,60-69)