Domenica 13 maggio 2021 - 11 – B (Mc 4,26-34)

Domenica 13 maggio 2021 - 11 – B (Mc 4,26-34)

Con due piccole parabole per dire il Regno di Dio, Gesù è capace di parlare delle cose più grandi con una semplicità disarmante. La prima parabola dice la forza del seme: una volta gettato nella terra, sia che il contadino dorma o sia sveglio, il seme germoglia e cresce. Tutto ciò che è vita ha bisogno di tempo per giungere a maturazione: nove mesi per un bambino, l’inverno prima della primavera, la lievitazione per il pane... Anche l’educazione dei figli ha bisogno di tempo. Spesso abbiamo l’impressione che non succeda nulla, al punto che ci scoraggiamo. Accade che guardando una pianta la sera non vediamo nulla e al mattino ecco un fiore. È bello sapere che Dio fa fiorire ogni realtà per una misteriosa forza interna. Dio è all’opera in tutte le persone, nonostante le nostre perplessità. Gesù con la sua parola ci libera dall’ansia della prestazione: a noi spetta solo il compito di seminare bene. Non siamo padroni della vita degli altri. Come il contadino, pur non vedendo nulla, sa che in modo nascosto sta germogliando la vita, così ogni genitore e ogni educatore, pur non vedendo con i propri occhi la crescita delle persone che gli sono affidate, sa che una forza interna è al lavoro.

La seconda parabola del granello di senape dice la sproporzione: un piccolissimo seme dà vita a un grande albero. Il profeta Ezechiele pensava il regno di Dio come un grande cedro, il re degli alberi: qualcosa di maestoso. Gesù capovolge questa idea di Regno di Dio e lo paragona al più piccolo di tutti i semi che tra l’altro, lo sapevano bene i palestinesi di allora, cresce dappertutto. Non c’è terreno in cui la senape non cresca! È un seme piccolissimo che cresce tra le fessure dei muri delle case, spunta con pochissima terra sopra i tetti, attecchisce lungo le strade. Gesù ci vuole dire che l’azione di Dio non è spettacolare e può arrivare dove noi non la aspettiamo. Il suo regno non edifica palazzi, ma si costruisce su una pietra scartata dai costruttori. Il Figlio di Dio nasce nell’insignificante villaggio di Betlemme; dodici discepoli inesperti hanno iniziato a evangelizzare il mondo; madre Teresa, la piccola suora albanese, ha segnato le strade di Calcutta con il vangelo dell’amore. A noi il compito di gettare il seme, il resto non dipende da noi. Quando ci capita di voler controllare tutto e poi di star male perché non ci riusciamo, forse è perché siamo convinti che tutto dipende sempre da noi. In questa domenica non posso non pensare che la vita di Saman, la ragazza pakistana che con ogni probabilità è stata sepolta nella terra, diventi un seme che fa germogliare un rinnovato rispetto per la vita, che fa scaturire una condanna per i matrimoni combinati, che fa fiorire nuova umanità. Continuiamo a gettare la semente del vangelo: Lui farà il resto

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Domenica 20 giugno 2021 - 12 – B (Mc 4,35-41)

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Domenica 6 giugno 2021 - Corpo e sangue di Cristo – B (Mc 14,12-16.22.26)