Domenica 6 febbraio 2024 - 6 B (Mc 1,40-45)
Del lebbroso del vangelo non conosciamo né il nome, né il volto, perché è ogni uomo. Secondo la Legge è un impuro e per evitare il contagio, doveva gridare: “sono lebbroso, sono impuro!”. Stanco di gridare e di fuggire, va contro la Legge e si avvicina al Nazareno. Attorno a lui si fa il vuoto e Gesù rimane. Per i sacerdoti il lebbroso è un caso difficile, per Gesù è una persona che ha bisogno. Con tanta discrezione il lebbroso lo supplica: «Se vuoi, puoi purificarmi». Non chiede la guarigione, perché sapeva che dalla lebbra non si guarisce, ma la purificazione. Vorrebbe almeno il contatto con Dio. Ha perso tutto: la famiglia, gli affetti, gli amici. Ha perso anche Dio, perché la religione lo ha reso un disperato. Vive nel paradosso: perché impuro l’unico che può togliergli l’impurità è Dio, ma siccome è impuro non può rivolgersi a Lui. Gesù risponde: «Si, lo voglio». Si commuove, lo tocca, è purificato e lo manda via bruscamente con la proibizione di divulgare la notizia.
Il lebbroso che ha la pelle malata è come un morto che cammino. Rischia di morire di solitudine: ha fame di persone, di una parola, di uno sguardo. Ogni vita se non è toccata dall’incontro muore di silenzi. Per Gesù una carezza vale più della Legge. Due le trasgressioni. Il lebbroso disobbedisce alla Legge avvicinandosi a Gesù e questo la trasgredisce toccandolo. Noi, educati all’obbedienza della Legge, incontriamo oggi un Gesù che la trasgredisce per amore della persona, che viene prima della Legge. Egli non paura del contagio, anzi è Lui stesso che contagia: ascoltando il grido, muovendo il cuore e toccando le ferite. «Se vuoi» dice il lebbroso. Egli pensa che solo quelli che hanno iltagliando in regola, solo chi se lo merita può rivolgersi a Dio. Persone che pensano: “Io che non vivo più con mio marito come posso essere purificata?”, “Io che continuo a cadere negli stessi errori, come posso supplicarlo?”. Credere in un Dio-giudice genera angoscia, credere nel Dio che ama la vita significa sentirlo come nostro alleato.