Domenica di Pasqua - 4 aprile 2021 (Mc 16,1-8)

Con l’augurio pasquale che oggi ci scambiamo vogliamo dire che la speranza è viva e che la morte non ha ultima parola. Nel vangelo di Marco l’annuncio della risurrezione non si limita a dire alle donne che Gesù è risorto, ma attira volutamente l’attenzione sul Crocifisso: «Gesù il Crocifisso, è risorto». La croce non è la semplice figura di un martire qualsiasi, che è rimasto fedele a Dio fino a dare la vita per lui, ma è la figura di un oppresso con un volto preciso: il volto di Gesù di Nazareth. È colui che ha predicato un Dio diverso e per molti scandaloso. Egli ha creduto di onorarlo con una pratica di vita diversa e per molti scandalosa. Questo è stato il motivo della sua condanna a morte: fermamente convinto che questa fosse la trascrizione più fedele del volto di Dio. La risurrezione non è una generica vittoria della vita sulla morte, ma la prova che in quella diversità Dio si è riconosciuto. Non ogni vita è risparmiata dal non senso, ma solo quella che ripercorre il cammino tracciato dal Crocifisso: solo una vita donata conduce alla risurrezione. Al contrario, una vita gelosamente trattenuta non vince la morte, ma va incontro a una seconda morte. La risurrezione festeggia la vittoria di un preciso modo di vivere. Appena risorto Gesù pensa ai discepoli che lo hanno abbandonato, perché per lui sono sempre i suoi discepoli. È il trionfo della fedeltà del Padre che non abbandona Gesù nella morte e la fedeltà di Gesù che non lascia senza aiuto chi lo ha abbandonato. 

Fosse stato per la fedeltà dei discepoli, la storia di Gesù si sarebbe subito chiusa. Fosse stato per le donne, sarebbe caduta nel silenzio. Anche ai nostri giorni se dipendesse dalla fedeltà di molti figli, la loro vita sarebbe andata alla deriva. Fosse dipeso dalla fedeltà umana dei mariti e delle mogli, molti più matrimoni sarebbero terminati; fosse stato per la fedeltà delle case farmaceutiche ai loro interessi legati ai vaccini, molte più persone sarebbero morte dal Covid-19; fosse stato per la fedeltà agli interessi economici di molti politici, tanti di noi sarebbero chiusi nei loro sepolcri… Sono ancora molti quelli che rimangono fedeli solo ai propri bisogni e non si interessano della sofferenza degli altri, passano oltre e vanno per la loro strada. Sono i devoti di Ponzio Pilato:se ne lavano le mani!Nello stesso tempo sono moltissimi quelli che, senza far rumore, dopo essere stati abbandonati e traditi, trascurati e crocifissi, tendono la mano a chi ha bisogno senza chiedere daterraospiaggiavengono; quelli che piegano le loro ginocchia davanti a chi soffre e non si girano dall’altra parte; le persone che con una parola di coraggio, una vicinanza fraterna rotolano macigni dall’imboccatura del cuore di chi si sente soffocare dal peso della vita. La stagione del virus che stiamo attraversando ha creato non pochi disagi, ma ha suscitato anche comportamenti straordinari di autentica solidarietà tipicamente pasquale. Questa disponibilità gratuita ci ha fatto conoscere sulla terra qualche frammento della fedeltà di Dio che ama e in questo modo abbiamo compreso che la fedeltà non è un lusso, ma è la forza della vita che proviene dall’amore.L’amore, infatti,è dire: tu non morirai!

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Domenica 11 aprile 2021 - 2 di Pasqua – B (Gv 20,19-31)

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Domenica 28 marzo 2021 - Le palme - B (Mc 14,1-15,47)