Domenica 7 marzo 2021 - 3 quaresima – B (Gv 2,13-25)

3 quaresima – B (Gv 2,13-25)

Oggi Gesù ci mette in guardia: il tempio può diventare il primo nemico della fede. L’evangelista Giovanni, quasi come premessa al suo vangelo, riferisce dell’episodio in cui Gesù davanti allo spettacolo del tempio, ridotto a bottega di mercato, perde le staffe. È un Gesù irritato, passionale, infuriato, a cui non siamo abituati, perché preferiamo vederlo stampato su una immaginetta: tranquillo, sereno, pacifico. Egli definisce il tempio «la casa del Padre», ma parlando del tempio del suo corpo aggiunge: Distruggetelo e io in tre giorni lo farò risorgere! In realtà Gesù non si arrabbia contro le mura del tempio, ma contro il fatto che sia stato ridotto a un luogo di mercato, a un bazar del sacro, a un traffico di domanda e offerta. Nel tempio per due volte al giorno, alle nove del mattino e alle tre del pomeriggio, come segno di culto offerto a Dio, veniva ucciso un agnello. Dio veniva onorato e amato offrendogli qualcosa: una preghiera, un’elemosina, un sacrificio. Gesù contesta e interrompe questo rapporto con Dio fondato sul sangue di animali e introduce lui stesso come nuovo tempio, vero agnello che morirà proprio alle tre del pomeriggio, l’ora in cui al tempio si sacrificava l’agnello. Con Gesù è finito il tempo in cui si va in chiesa per propiziarsi Dio, per tenerselo buono, ma si va per ringraziarlo, per dire che siamo noi in debito con Lui. Per Gesù un certo uso del tempio diventa una realtà scandalosa e ci domanda di purificare la nostra idea di Dio. Papa Francesco, con coraggio e non senza rischi, nella sua visita in Iraq a Mosul, ex roccaforte dell’Isis, ha condannato la strumentalizzazione della religione dicendo: «Non usate il nome di Dio per giustificare la violenza: mai più uccidere in nome di Dio». «Se Dio è il Dio della vita – e lo è –, a noi non è lecito uccidere i fratelli nel suo nome”. «Se Dio è il Dio della pace – e lo è –, a noi non è lecito fare la guerra nel suo nome.  Se Dio è il Dio dell’amore – e lo è –, a noi non è lecito odiare i fratelli». 

                      Il gesto e le parole di Gesù al tempio sono profezia per oggi. È molto facile adattarsi a un Dio che abita le cattedrali, che risiede nelle basiliche, prigioniero delle costruzioni degli uomini. Questo tipo di Dio non disturba, non ribalta il nostro rapporto commerciale con lui, tipico di chi fa cose per Dio nella speranza che Lui risponda alle nostre richieste. Non ci sono preghiere, offerte o liturgie che possano comprare Dio e il suo amore. Non esistono sacrifici, preghiere, fioretti, incensi, tridui e novene che possano piegare Dio a nostro favore. Gli scaltri usano Dio per guadagnarci, i devoti per guadagnarselo! Non è sbagliato fare l’offerta per mantenere decoroso l’edificio della chiesa, a patto che non lo facciamo perché il dio-ragioniere si ricordi di essere in debito con noi. Gesù si scaglia contro questo mercato, contro questa religione che crea ignoranza, superstizione e addormenta le coscienze. Se all’epoca di Gesù il tempio era diventato mercato, ora, senza nessun pudore, è il mercato globale che è diventato il nuovo tempio: il luogo dove si adorano i nuovi idoli, le false divinità. E il mercato ha trovato anche oggi nuovi adoratori tra di noi: gente che si inginocchia davanti al denaro e tira dritto davanti a chi ha bisogno! Gesù fa problema, perché ha descritto un Dio che ha scelto come tempio l’uomo. Il vero tempio nel quale adorare, non lo descrive nel giro di pietre di un edificio che consideriamo sacro, come quello della chiesa parrocchiale, ma nel perimetro vivo di un corpo di carne: il Suo corpo che sono le persone. Il Suo corpo è l’ammalato, il mendicante, l’immigrato, il carcerato, lo straniero…, la cui sola presenza spesso ci pesa, ci infastidisce. Alla teologia del tempio di pietra, Gesù ci insegna a sostituire la teologia del tempio di carne: gli esseri umani sono il Suo santuario! E allora: fuori i mercanti dal tempio e facciamo entrare i poveri!



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Domenica 14 marzo 2021 - 4 quaresima – B (Gv 3,14-21)

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28 febbraio 2021 - 2 quaresima – B (Mc 9,2-10)