Domenica 26 giugno Trinità – C (Gv 16,12-15)

Trinità: un solo Dio in tre persone. Ma che Dio è quello cristiano? Quando nel discorso di addio Gesù afferma «Ho ancora molte cose da dirvi», ci sta dicendo che neppure Lui ha potuto dire tutto. Noi che talvolta ci comportiamo come quelli che sono in grado di dire tutto di Dio, di definirlo, di spiegarlo. Per questo ci manda la Spirito, non una serie di formule, ma la sapienza per vivere, l’energia per camminare in salita. La Trinità è un dogma cristiano che non capiamo, eppure ci sta dicendo che Dio non è in se stesso solitudine, ma è scambio, incontro, abbraccio. Egli gode di mettere in comune, la sua è una casa dalle porte aperte a tutti: agli amici e ai nemici, ai familiari e ai parenti scomodi, ai connazionali e agli stranieri.

Neanche il Dio cristiano può stare solo. Egli ci dà lezione di vita convinto che «non è bene che l’uomo sia solo». Vivere è stabilire legami, regalare saluti, ascoltare la musica del vissuto del fratello e della sorella, tendere la mano alla ferita degli altri. Lo Spirito è dentro di noi: è più intimo di noi stessi! Se facciamo qualcosa che non va, questo Spirito che abbiamo dentro ci rattrista, mentre quando amiamo qualcuno questo Spirito interiore ci rende felici. Come i Padri della Chiesa raccontavano la Trinità? Dicevano che era come il sole: il Padre è l’Amante, il Figlio è l’amato, lo Spirito è l’Amore. Quando noi vogliamo il bene degli altri regaliamo calore, luce, energia di vita e n questo modo ci viene restituita la nostra umanità più ricca e più piena.

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Domenica 8 giugno Pentecoste – C (Gv 14,15-16.23-26)