Domenica 29 giugno 2025 SS. dietro e Paolo C (Mt 16,13-19)

Per far crescere i suoi amici, i discepoli, Gesù adotta il metodo delle domande: che cosa dice la gente di me? E voi che cosa dite? Non sono interrogazioni del catechismo, ma mettono in moto nuove trasformazioni e aprono una nuova comprensione del Maestro. Con una domanda diretta: «Ma voi chi dite  che io sia?», Egli ha bisogno di tastare il polso della loro relazione, capire che cosa avevano compreso veramente di Lui. Gesù non si accontenta dei sondaggi d’opinione, come succede nei sondaggi quotidiani sui giornali: è diffidente, ha paura delle parole inutili, teme di essere frainteso. Non vuole indottrinare nessuno, non si accontenta di risposte raccolte per sentito dire, ma apre domande per stimolare risposte personali, perché solo se si ama la domanda la risposta comincia a sorgere dentro di noi.

La domanda è: “chi sono io per te? Che importanza ho nella tua vita?”. Non conta ciò che dico di Lui, ma ciò che vivo di Lui. Non basta definirlo con parole, ma occorre descriverlo con un modo di vivere. Non cerca parole, ma relazioni. Chi si ritiene religioso talvolta è convinto di conoscere Dio quando lo pensa, un po’ come chi crede di dissetarsi limitandosi a pensare l’acqua. Anche noi come Pietro possiamo dire «Tu sei il Cristo», ma la vera pietra sei Tu e tutti noi siamo pietre friabili, perché di roccioso c’è solo il tuo amore, la tua fedeltà che abbraccia anche i nostri fallimenti. Anche tu sei pietra viva – ci dice Gesù – con te edifico la mia casa, anche tu sei chiave che apre le porte chiuse. Non basta conoscerlo, ma è necessariori-conoscerlonella carne ferita, nel cuore tormentato, nel nemico mendicante di perdono, nel saper guardare una persona dall’alto in basso soltanto per aiutarla a sollevarsi.

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Domenica 22 giugno 2025 Corpo e sangue di Cristo C (Lc 9,11b-17)