Domenica 29 luglio 2025 -14 C (Lc 10,1-12.17-20)
Dal “seguire” Gesù nasce la missione. Lo stare con Lui ha come conseguenza l’ “andare verso gli altri”. Egli invia il discepolo perché si trasformi in apostolo. Leggendo che ”la messe è molta, ma gli operai sono pochi”, spesso abbiamo intonato il lamento sulla scarsità di vocazioni sacerdotali o religiose, quando Gesù intona la sua lode dicendo: il mondo è buono. Gesù manda i suoi a portare la pace e ad andare senza né borsa né sandali; li manda non da soli, ma due a due perché la pace comporta almeno un altro, comporta due in pace; li invia come agnelli n mezzo ai lupi, che non significa al macello: forse i lupi saranno più numerosi degli agnelli, ma non più forti; raccomanda di non salutare nessuno per strada, non per girare loro le spalle ma per rimanere concentrati sulla missione di portare amore.
Gesù ci manda disarmati come agnelli, perché non insorgano nel nostro cuore i sentimenti dei lupi: la rabbia, l’avidità, il risentimento, la voglia di prevalere... Decisivi per dire il vangelo non è la macchina organizzativa, l’imitare i modelli mondani, ma il cuore.Una donna incinta non ha nulla da dimostrare, perché ha dentro di sé un bambino e questo è sufficiente.Non dobbiamo dimostrare nulla, ma semplicemente mostrare la qualità del nostro vissuto e della nostra umanità. Noi a lamentarci: ci vogliono preti, come è distante la gente da Dio... e Gesù: il regno di Dio è vicino! Gesù semina occhi nuovi per leggere il mondo e scoprire quanto amore lo attraversa e lo fa vivere. Ha seminato buon seme in ogni cuore, che rende ciascuno capace di abbattere muri, di dare il perdono atteso e donato, di offrire una carezza a tanti dolori solitari. Quei settantadue siamo noi.