Domenica di Risurrezione 17-04-2022 (Gv 20,1-9)

L’annuncio di Pasqua comincia con una corsa: quella di Maria che corse dal discepolo Simone e insieme corrono al sepolcro. Perché tutti corrono? Perché chi ci vuole bene, merita la fretta di incontrarlo. La risurrezione riguarda i vivi: è un “modo di vivere” già nel presente. Il racconto del vangelo ci descrive la Chiesa, come il gruppo di quelli che sanno aspettarsi, perché tutti hanno un passo diverso e la fede si vive insieme, mai da soli. È una corsa dove qualcuno arriva prima, ma ha la pazienza di aspettare l’altro. Giovanni arriva prima e crede perché i segni di un sepolcro vuoto parlano solo a un cuore che sa leggerli. La fede non è evidente, mentre la croce, il dolore lo è. Credere non significa comprendere tutto, ma fidarsi che in tutto, anche in ciò che non si capisce, si nasconde un senso. E sono tante le domande senza risposta. Perché una persona a cui abbiamo voluto bene arriva a tradirci? Perché una persona cara ci viene rubata con un incidente o con una malattia? Perché il mondo si trova ad affrontare una tempesta di odio e di rancore che sembra non finire mai? E quando il cuore è appesantito, si blocca e non riesce più a sperare. La fede è un percorso faticoso, tipico di chi si lascia guarire dalle ferite della sfiducia, del tradimento, della delusione. 

Gesù non ha spiegato il dolore, non ha spiegato la croce: è risorto! Nella storia dell’umanità manca un corpo alla contabilità degli uccisi. Gesù risorto ci sta difendo oggi che l’amore è più forte della morte: il vero nemico della morte è l’amore. Siamo discepoli di un Dio vivo. È Risorto per chi si sente abbandonato da tutti, per chi non riesce a riprendere tra le mani la sua vita, per chi da anni si prende cura giorno e notte di un figlio malato. È Risorto per chi dopo mesi di incertezza ha preso una decisione importante che lo rimette in piedi, per chi fa Pasqua lontano dalla famiglia e per chi una famiglia non ce l’ha più. È Risorto per chi non si lascia cercare da Dio e Lui ostinato continua a volergli bene. È Risorto per dire a chi decide di “amare” che non c’è morte che tenga, non c’è tomba che chiuda, non c’è macigno che non rotoli via.Pasqua non è il ricordo di un evento passato, ma significa essere testimoni oggi che Gesù è vivo. È rispondere quando sentiamo grida di morte, è aprire gli occhi quando vediamo le ferite, è continuare a sperare quando la vita ci troviamo incatenati dalla vita, dalla speculazione del mercato, dalle guerre, dalla devastazione ambientale, dal traffico di persone, dalle armi, dalle droghe, dalla violenza di milizie fasciste, dall´odio e dalle divisioni. Fare Pasqua è essere testimoni che Gesù vive, con la stessa fedeltà delle donne sempre pronte a star vicino a chi è crocifisso o sepolto nelle carceri, negli ospedali, nelle case di riposo, nonostante l’incredulità degli apostoli che, anche se consacrati, si chiudono nei loro templi, nei loro moralismi, nella loro arroganza. Gesù è vivo, cammina con noi, tra noi. Pasqua ci dice che chi ama non muore mai!

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Domenica 24 aprile 2022 - 2a di Pasqua - C (Gv 20,19-31)

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Domenica 10 aprile 2022 - C (Lc 22,14-23,56)