Domenica 19 marzo 2023 - 4 quaresima A (Gv 9,1-41)

Nell’episodio del vangelo non possiamo sfuggire al contrasto tra un cieco dalla nascita e i super religiosi farisei, tra chi riconosce di non vedere e chi pensa di vedere meglio di tutti. Gesù passando vede un uomo cieco e subito comincia un piccolo cerimoniale di gesti fatti di dita, di acqua, di saliva e di fango: una liturgia di Gesù attorno al volto di un cieco, sul nuovo tempio di Dio che è il corpo dell’uomo. Poi gli dice: «va a lavarti alla piscina». L’azione di Gesù non è magica o automatica, ma domanda la partecipazione attiva del cieco, che va affidandosi al suo bastone e alla parola di uno sconosciuto. Una volta che il cieco è guarito, dà fastidio e cominciano i problemi. Chi lo ha guarito? Perché? E perché di sabato? Gli stessi discepoli e i farisei sono convinti che la cecità è conseguenza del peccato suo o dei genitori. Se l’è meritato! Il tema del peccato è quasi un’ossessione, mentre Gesù non ci sta e invita a riconoscere l’opera di Dio. Ai responsabili della religione non interessa il bene dell’uomo, ma l’osservanza della legge: sanno di morale e dimenticano la vita, sono obbedienti alle regole, ma non si commuovono mai.

Alla fine il cieco guarito viene buttato fuori dalla Sinagoga. E chi trova fuori? Gesù, il cacciato dalla storia, la fonte della luce. È facile essere credenti senza bontà, essere preti senza commuoversi: è facile, ma è mortale. I funzionari della religione, custodi della verità, sono a rischio di essere burocrati della morale e analfabeti del cuore, difensori della dottrina e indifferenti al dolore. Anche i titolari della politica, detentori delle leggi, hanno paura della luce, di chi finalmente si è lavato gli occhi dal fango della corruzione, delle mazzette, dei finti rimborsi… E, proprio perché ci vedono bene, sono messi a tacere come voci fuori dal coro per manipolare meglio la realtà. I responsabili nella società difendono le leggi e non vedono che ai cittadini è rimasta solo la libertà di consumare, difendono i confini e chiudono gli occhi su quelli che, di sabato, arrivano col barcone, difendono lo straniero che si fa servo, cameriere, operaio e non vedono in lui una persona, difendono l’identità cristiana e non vedono l’identità umana ferita. Forse Gesù ci sta dicendo che siamo tutti un po’ ciechi e tutti bisognosi di andarci a lavare gli occhi alla piscina del vangelo. 

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Domenica 26 marzo 2023 - 5 quaresima A (Gv 11,1-45)

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Domenica 12 marzo 2023 - 3 Quaresima A (Gv 4,5-42)