1 novembre 2023 - A (Mt 5,1-12a)
“Festa di tutti i santi”. È facile pensare a figure umane straordinarie, festa di alcuni privilegiati, di pochi che hanno compiuto miracoli, di quelli quelli le cui reliquie sono sugli altari. In realtà, solo Dio è santo e i battezzati partecipano di questa bontà. Forse dimentichiamo che l’unico canonizzato da Gesù, senza se e senza ma, fu un ladrone al suo fianco sulla croce, quando gli disse: «Oggi sarai con me in paradiso». Lo stesso Gesù oggi ci dice che la santità non è nei miracoli, perché proclama beati donne e uomini comuni. E non per chissà quali gesti, ma semplicemente perché piccoli e non arroganti, amanti della giustizia e non menefreghisti, perché pazienti e non violenti, comprensivi e non superbi, tutti di un pezzo e non ricattabili, pacificatori che non soffiano sul fuoco, disposti a pagare di persona piuttosto che cercare tornaconti. La santità ci porta così alle nostre case, alle nostre parentele, ai nostri vicini di casa… In questo modo la reliquia della nostra bontà la teniamo sull’altare del nostro cuore.
Dicendo «beati i poveri» Gesù capovolge la mentalità odierna che ripete:è felice chi è ricco, chi è vincente, chi la fa franca, chi si appoggia ai potenti, chi fa bella figura, chi gira le spalle agli altri, chi pensa solo al proprio granaio…Le parole di Gesù «beati i poveri» non vanno lette in modo consolatorio, pio o devoto, ma è un invito alla lotta, a uscire dalle mille fabbriche di felicità del fare soldi, fare carriera, fare sesso, fare immagine… senza limiti. I mercati di oggi ci invitano a prendere questo “treno del benessere” pensando solo a noi stessi. I santi li conosciamo anche noi e non sono dei fantasmi! Non conosci anche tu «poveri in spirito?», quando dici: “quello è un uomo buono, quella una donna buona”. Uomini e donne che hanno nel cuore la giustizia, negli occhi la misericordia, nel volto la passione della riconciliazione, nella bocca il gusto della pace, nelle mani la difesa della dignità umana, nella pelle la delicatezza per chi è ferito… Anche tu sei chiamato “beato” quando canti in questo coro.