1 gennaio 2021 - Maria madre di Dio (Lc 2,16-21)

All’inizio di questo nuovo anno la liturgia ci dice che Dio ha una madre: Maria. Una semplice e umile donna del villaggio di Nazareth. Il cristianesimo afferma che Dio ha una “madre” come l’abbiamo tutti noi esseri umani. Quando una madre partorisce un figlio, dà alla luce una novità, qualcosa di nuovo che cambia la vita, che fa rinascere. Gesù che nasce non solo porta una buona notizia, ma è lui stesso la buona e nuova notizia. Tale novità da far conoscere è affidata a dei pastori, che la religione considerava i più lontani da Dio, perché vivevano in uno stato di continua impurità: lontani dalle leggi, esercitati a furti ed espedienti. L’arrivo del Messia avrebbe dovuto togliere di mezzo questi peccatori e invece, ironia tipicamente divina, sono i primi ad essere avvolti dalla luce del Signore. L’amore del Bambino Gesù è un dono regalato a tutti e non premio per i buoni. Nessuno rimane escluso dall’amore di Dio! Chi ascoltava i pastori raccontare questa nascita restava stupito, così come rimane sconcertata Maria di fronte alla novità che ha partorito. È bello notare che la madre custodisce dentro di sé i fatti successi, per interpretarli e cercarne il senso. Anche per lei non tutto è chiaro e lascia che la novità si decanti nel cuore. Nel primo giorno dell’anno Maria ci ricorda che la presenza di Dio non è immediata, ma mediata. Per essere trovato Dio ci chiede di guardare dentro i fatti che viviamo, di osservarli con calma, di non accontentarci di ciò che è superficiale, perché il senso dei fatti rimane invisibile.

L’anno che iniziamo è nuovo, ma la vita pur essendo la stessa, possiamo guardarla con occhi nuovi. L’anno appena trascorso è stato segnato dal virus del Covid-19, compromettendo la salute,l’istruzione, l’economia; provocando non pochi e pesanti sofferenze e disagi. Le relazioni sono state messe alla prova, l’isolamento ha aumentato l’individualismo. C’è chi ha perso una persona cara, chi ha perso il lavoro, chi ha perso la fiducia nella vita e se l’è tolta. La nostra riconoscenza va a tutte quelle persone che sono morte, stando accanto ai malati per alleviarne le sofferenze o salvarne la vita. Fa male, tuttavia, constatare che accanto a stupende generosità, trovino impulso diverse forme di nazionalismo e di razzismo, che seminano morte e distruzione. Dispiace vedere che in tempi di pandemia non mancano puntuali gli sciacalli che fanno campagna elettorale, sciacalli che mettono in atto truffe e raggiri, che si divertono a spacciare vaccini taroccati ai primi analfabeti. I fatti che ci mettono alla prova ci dicono quanto le persone sono tra di loro collegate, quanto è importante si sentano responsabili gli uni degli altri, per costruire – come dice papa Francesco – una «cultura della cura come percorso di pace». Come Maria, in questo nuovo anno, siamo chiamati a custodire dentro di noi i fatti sempre da capire, a meditare la nostra storia e a riconoscere la presenza di Dio nelle situazioni che viviamo. Malgrado tutto, nessunviruspuò soffocare la buona notizia che Dio è con noi. Il suo Spirito lavora in incognito nella nostra vita, regalandoci, spesso a nostra insaputa, ciò di cui avevamo bisogno. Dio si è chinato su di noi e condivide la nostra storia: egli sorride con noi, piange con noi, fa festa con noi, soffre con noi. È dentro la nostra storia, non siamo soli.

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3 gennaio 2021 -2a di Natale (Gv 1,1-18)

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Famiglia di Nazareth (Lc 2,22-40)