2 Avvento – B (Mc 1,1-8)

In un periodo come questo, in cui non mancano notizie sconfortanti e tristi, ansie e paure per il futuro, il vangelo ci suggerisce di riprendere a vivere partendo da una buona notizia. L’evangelista apre il suo racconto con le parole «Inizio del vangelo di Gesù». Vangelo significa buona notizia. L’inizio di questa buona notizia è una persona: Gesù. È Lui che ogni giorno, attraverso le persone, ci dà buone notizie per riprendere a vivere. Se una parola ti ferisce, buona notizia diventa la pace; se una persona ti ha deluso, buona notizia è dargli ancora fiducia; se il rancore ti abita il cuore, buona notizia è il perdono. Alcune persone sono davvero delle buone notizie, sono vangelo vivente che fanno ripartire la vita. La Buona Notizia, che è Gesù, non è iniziata nel Tempio, non è venuta dal pulpito, ma dal deserto, non dai funzionari religiosi ufficiali, ma da un profeta del deserto. Il Vangelo non inizia in un ambiente religioso, ma laico. Giovanni Battista è voce che dal deserto grida l’urgenza di «preparare la via al Signore, di raddrizzare i suoi sentieri» per ottenere, attraverso il battesimo, il perdono dei peccati. Nello stesso tempo il Battista anticipa che, dopo di lui, viene uno più forte che battezzerà in Spirito Santo. Al centro della predicazione del Battista c’è il peccato e la confessione dei peccati, mentre al centro dell’interesse di Gesù c’è la vita, la gioia della gente, la speranza del povero, la salute dell’ammalato, la libertà del prigioniero... Per il Battista centrale è il peccato, per Gesù centrale è la lotta contro la sofferenza della gente. Peccato, infatti, è causare sofferenza a qualcuno! La parola profetica di Isaia e del Battista sono un invito a fare ordine nella nostra vita. Non ci è chiesto di essere eroi o di fare cose grandi, ma di essere consapevoli che anche a noi è dato di raddrizzare quei sentieri che ci portano fuori strada, di riempire quei burroni che ci fanno cadere in basso, di abbassare quei monti che ci impediscono di vedere il volto dell’altro. Come è possibile riprendere a vivere in modo nuovo? Ce lo suggerisce la parola e il vissuto di Gesù, di Colui che è più forte del Battista. La sua non è la forza del faraone, non è la forza dell’arrogante, ma la fragile forza dell’amore che rende robusta la vita. Ogni giorno noi proviamo a volerci bene, a raddrizzare i sentieri delle nostre infedeltà, a riempire il burrone del Covid-19 che ci tiene lontani, a riempire i vuoti di senso e di speranza, ad abbassare i monti dell’ansia che ci rendono inquieti. L’impegno è nostro, ma la forza è la Sua. Questa è la nostra speranza!

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Immacolata (Lc 1,26-30)

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1 Avvento – B (Mc 13,33-37)