Domenica 18 agosto 2024 B (Gv 6,51-58)

Dopo le parole di Gesù: «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna», i Giudei si misero a discutere tra loro. Lo sconcerto è totale. Per un ebreo “carne” è la vita dell’uomo in tutta la sua fragilità, mentre bere il “sangue”, che custodisce la vita, era proibito. Quando si mangia e si beve qualcosa si consuma per darci la possibilità di vivere, per darci vita. ci nutriamo dopo un sacrificio: qualcosa o qualcuno si è sacrificato per noi. Nel nostro mondo del consumismo, si consuma cancellando ogni significato di riconoscenza. Mangiare il pane dell’eucaristia non consiste nel mangiare la realtà fisica di carne e sangue, ma accogliere tutta la sua persona, assumere la sua mentalità imparare i suoi criteri di giudizio, pensare alla sua maniera. Mangiare l’altro significa abitare l’uno nell’altro, tipico dell’amore, perché chi ami ce l’hai nel cuore.

La Scrittura non dice mai di adorare il pane eucaristico, ma di mangiarlo. Chi mangia questo pane gusta un reale stile di vita. Non posso leggere le Scritture, partecipare ai sacramenti, frequentare assiduamente  l’edificio della chiesa e non aver mai fatto mio il messaggio di Gesù. Fior fiore di disonesti, assassini, delinquenti sono dei lecca-balaustre. È possibile confondere la fede con il ritualismo. La chiesa, infatti, troppe volte vive di sé anziché del vangelo! Quando si parla di transustanziazione (trasformazione della sostanza) non si indica la carne e il sangue da macelleria. Ciò che deve cambiare è la “sostanza” della nostra vita! Non c’è una parola magica, potente o sacerdotale che trasformi un pezzo di pane, ma c’è una Parola che grazie allo Spirito trasforma la nostra vita. Mangiare questo pane è “vivere per” qualcuno. Amare un pezzo di pane è facile, amare il volto di una persona è sempre impegnativo.

Indietro
Indietro

Domenica 25 agosto - 21 B (Gv 6,60-69)

Avanti
Avanti

Assunzione di Maria - 15 agosto 2024 (Lc 1,139-56)