Domenica 24 gennaio 2020 (Mc 1,14-20)

Il Gesù del vangelo di Marco è sempre in movimento e nello stesso tempo mette in movimento le persone. Quale buona notizia di Dio annuncia Gesù? Egli dice: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo». Nelle sue parole c’è un tono di gioia e insieme di urgenza. Si tratta di un’offerta rivolta a tutti, compresi gli esclusi: i poveri, i peccatori, i piccoli, gli stranieri. Il Regno di Dio, il sorprendente amore di Dio, è arrivato nella sua persona. Dio ci è venuto incontro, si è avvicinato e la risposta è la “conversione”: il passaggio dall’egoismo all’amore, dalla difesa dei miei privilegi alla solidarietà con tutti. Subito dopo le parole di Gesù, si segnala il suo sguardo sui pescatori Simone e Andrea che gettavano le reti e su Giacomo e Giovanni che le riparavano. Non sono i discepoli che vedono Gesù, ma è lui che per primo si accorge di loro. Li chiama nel vivo delle loro attività: stanno pescando. Da pescatori di pesci li chiama a seguirlo, diventando pescatori di uomini. Dicendo che “subito” lasciarono reti e lo seguirono l’evangelista concentra in poche righe ciò che è avvenuto in un arco di tempo ben più lungo, fatto di piccoli passi, di cedimenti, di contraddizioni, di debolezze, di tradimenti.

È Gesù che fissa il suo sguardo sulla nostra vita. Egli si accorge di noi prima ancora che noi possiamo lontanamente pensare a lui, prima che possiamo ascoltarlo o prenderlo sul serio. Gesù chiama i discepoli nel vivo delle loro attività: stanno pescando pesci, riparando le reti. Gesù li osserva e vede come vivono il loro mestiere. Del resto noi diciamo chi siamo dal modo in cui gettiamo le reti nel mare delle nostre attività di ogni giorno, dal modo in cui ripariamo le reti che si rompono, correggiamo le relazioni che si rompono. Tu riveli chi sei dal modo in cui parli a tuo figlio, dal modo in cui tratti il tuo vicino, dal modo in cui tu saluti chi incontri. Dalla passione che adoperi per fare le cose di ogni giorno si capisce se sei contento. Gesù fa capire che seguirlo non è cambiare mestiere, perché quei pescatori continueranno a pescare. Si tratta piuttosto di cambiare mentalità, di dare alla vita un orientamento nuovo, di fare le stesse cose di sempre con una passione e un cuore diverso. Non si diventa cristiani soltanto a forza di ripetere preghiere, novene e riti, ma vivendo nel mare delle nostre cose quotidiane in modo evangelico. Non è questione di sforzo, ma di direzione: per un corridore che corra nella direzione sbagliata, il massimo sforzo non serve a niente. Qualcuno potrebbe pensare che Gesù chiama quelli che saranno gli apostoli e quindi la chiamata vale solo per i preti, non per tutti. In realtà tutti siamo chiamati a pescare persone che stanno affogando nel mare dei loro scoraggiamenti, nell’acqua della loro disperazione, nel fiume delle loro disgrazie. Tuttavia solo chi si lascia “pescare” da Gesù, può “pescare” altri e strapparli dal pericolo.

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Domenica 31 gennaio 2020 (Mc 1,21-28)

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Domenica 17 gennaio 2020 (Gv 1,35-42)