Domenica 31 gennaio 2020 (Mc 1,21-28)

Il vangelo di Marco è attraversato da una domanda: chi è Gesù? È il nostro interrogativo e di chi rimane stupito del suo insegnamento. Gesù entra nella sinagoga di Cafarnao, non ascolta la parola dello scriba, del predicatore della Legge, ma si mette a insegnare. Se gli esperti delle Scritture insegnavano “dottrine di uomini” spacciandole per leggi di Dio”, norme e regole che valevano per gli altri e non per se stessi, Gesù parla «come uno che ha autorità», cioè come uno credibile, perché vive ciò che predica. Il mondo di oggi – nella società come nella chiesa – non ha bisogno dell’autorità di maestri che chiedono agli altri ciò che per primi non vivono; non ha bisogno di cercatori di poltrone, ma di cercatori di persone che siedono sulle loro ferite; abbiamo bisogno di gente che «se ascolta i maestri lo fa perché sono testimoni». E l’autorità di Gesù gli è riconosciuta, perché la sua vita non lo smentisce. Nella sinagoga c’è anche un uomo che, pur pregando, in lui abita uno spirito impuro. Questo spirito malato interroga Gesù dicendo: «Che vuoi da noi Gesù Nazareno, sei venuto a rovinarci?». Dice di sapere che egli è il «Santo di Dio», ma è la fede che viene da un cuore impuro. Gesù gli ordina di tacere e di uscire da quell’uomo, perché è la sua Parola che va ascoltata. L’uomo di Cafarnao rappresenta il credente abitato da uno spirito impuro: una persona sofferente, bloccata, segnata da ferite che la vita gli ha procurato. È la situazione di chi è schiavo e complice delle proprie scelte, delle proprie immaturità e contraddizioni. Forse oggi il più grave e diffuso “spirito impuro” è di rassegnarsi alle solite abitudini, è delegare che altri pensino e decidano per noi. L’uomo indemoniato dice una profonda verità: è vero che parlandoci Gesù è venuto a rovinarci, a disturbare la nostra quiete, a scoprire altarini, a evidenziare privilegi, a smascherare presunte virtù. Molti potrebbero dire:caro Gesùstavamo meglio prima di ascoltarti… sei troppo esigente!L’uomo di Cafarnao che prega nella comunità ed è abitato da un spirito malato, interpreta il credente praticante abitato da una fede demoniaca, che sente Dio come rivale dell’uomo, che impedisce la felicità, che impone rinunce e sacrifici. La fede demoniaca è un misto di superbia e di scaramanzia: ci gonfia di presunzione, ci fa sentire migliori degli altri e autorizzati a giudicarli. Lasciamo che Gesù entri dentro il tempio della nostra coscienza e, con la sua Parola, rovini la nostra falsa immagine di Dio.

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Domenica 7 febbraio 2021 (Mc 1,29-39)

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Domenica 24 gennaio 2020 (Mc 1,14-20)