1 gennaio 2022 - Maria Madre di Dio (Lc 2,16-21)
Nel primo giorno dell’anno la liturgia festeggia Maria Madre di Dio, perché dare alla luce un figlio è una novità che investe la vita, che fa rinascere, che fa vedere il futuro in modo nuovo. Ciò che è nuovo costringe l’uomo a rimettersi in gioco in modo diverso, a mettere in discussione i vecchi equilibri e a reinventarne di nuovi. Non basta aggiungere anni alla vita, occorre aggiungere vita agli anni! In questo primo giorno del nuovo anno viene ribadita la novità cristiana: quelli che la religione considera i più lontani da Dio, per il vangelo sono i più vicini a Lui. Sono i pastori che «senza paura andarono e trovarono Maria, Giuseppe e il bambino adagiato nella mangiatoia». Che cosa trovano i pastori? Trovano un bambino neonato, una vita appena sbocciata, trovano un senso per la loro vita, perché in fondo questo è Gesù. Il vangelo ci racconta che i primi a incontrare il Bambino non sono degli addetti al sacro, ma dei pastori. Questi non erano i personaggi romantici che oggi riempiono i nostri presepi, ma erano considerati dei delinquenti, dei lontani da Dio, degli impuri. Erano selvatici come le pecore e le bestie che accudivano. Ecco il paradosso: quelli che il Messia avrebbe dovuto eliminare perché peccatori, diventano gli annunciatori della buona notizia, tanto da stupire chi li ascolta. Maria stessa non capisce, ma tiene dentro tutte queste cose esaminandole e cercandone il senso. È lo scandalo della misericordia!
Gesù presenta un amore che era completamente sconosciuto. È un amore che non dipende dal comportamento delle persone, ma dall’amore del Padre. Gesù non è attratto dalle virtù degli uomini, ma dalle loro necessità. Se Gesù si lascia incontrare per primo dai pastori, da persone sbagliate questo diventa motivo di scandalo. Se Dio è benevolo con i malvagi noi diciamo: non c’è più religione! Gesù, infatti, fa compiere il passaggio dalla religione alla fede. La religione corrisponde a ciò che gli uomini fanno per Dio, mentre la fede indica ciò che Dio fa per gli uomini. Il Signore non ci vuole bigotti, ma capaci di riconoscerlo dentro il ritmo della vita. Dio, infatti non è qualcosa di aggiunto, ma è dentro la storia, dentro la tua gioia, dentro la tua stanchezza. Lo trovi a parlare per bocca di persone che ritieni sbagliate, lo trovi presente in chi conduce una vita disordinata, lo vedi agire in persone umanamente scandalose. Per farsi riconoscere come il Dio della vita egli sembra preferire le vie secondarie, le persone che vivono nella notte, i sentieri più strani, le figure emarginate… Abbiamo appena terminato un anno difficile, segnato dalla sofferenza e dalla solitudine e per molti anche dalla morte. Come Maria siamo chiamati a meditare la nostra storia, a lasciarci incontrare anche da persone che consideriamo sbagliate per scovare la presenza di Dio.