Domenica 26 gennaio 2025 - 3 C (Lc 1,1-4; 4,14-21)

Per quattro volte Gesù entra nella Sinagoga e ogni volta crea problemi. La prima  volta, quella di oggi, cercano addirittura di farlo fuori. Compie due infrazioni. La prima consiste nel non leggere il testo previsto, ma di scegliere un passo di Isaia che proclama «l’anno di grazia del Signore». La seconda libertà che si prende è di non leggere tutto il versetto, che continuava parlando del «giorno di vendetta del nostro Dio». Lui si siede da maestro e tutti sono meravigliati e scandalizzati. Richiamando poi il tempo della carestia di Israele, dice che Dio andò da una vedova di Zarepta, nell’attuale Libano, perché la Sua azione è anche per i pagani. Non solo, ma nessuno dei molti lebbrosi al tempo del profeta Eliseo fu purificato se non il pagano Naàman, il Siro. Gesù annuncia un Dio che non si vendica e non fa preferenze di persona.

L’annuncio di liberazione: «Oggi si è compiuta questa Scrittura», in Gesù diventa fatto. La parola diventa carne per i prigionieri, per i ciechi, per i poveri… per noi. Dio dopo essersi raccontato nei libri, ora si racconta nella vita del Figlio dell’uomo. Egli annuncia “oggi” l’anno di grazia e cancella la vendetta. Comincia il suo cammino dalle periferie della terra, da chi è piegato dalla vita, da chi lo tradisce. In sua compagnia gli ultimi saranno i primi, le prostitute entreranno prima dei giusti nel Suo regno, le novantanove pecore saranno abbandonate per amore di quella che si è persa. È il capovolgimento delle nostre logiche e rigide norme religiose. A noi è affidato il compito di realizzare il sogno di Dio, facendoci compagni di viaggio dei poveri, degli umiliati e degli offesi, prendendo parte alle loro storie ferite e condividendone i pesi. A Gesù non importa se il povero e il cieco sono giusti o peccatori, ma se “oggi” hanno bisogno di amore o meno.

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Domenica 2 febbraio 2025 - Presentazione del Signore (Lc 2,22-40)

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Domenica 19 gennaio 2025 - 2 C (Gv 2,1-11)