Domenica 1 gennaio 2023 - Madre di Dio (Lc 2,16-21)
È sempre con tanta commozione che noi, sulla soglia di un nuovo anno ascoltiamo le parole di benedizione che sono cutodite nel primo testo biblico ascoltato dei Numeri. Il desiderio si accende nel cuore nel poter dire a ogni persona cara: «Ti benedica il Signore e ti protegga». Nella tradizione rabbinice queste erano le parole di benedizione che il sacerdote la sera pronunciava sul popolo, dopo esser rimasto in preghiera nel tempio, durante l’ora dell’incenso. La liturgia ci pone in primo piano la figura di Maria madre di Gesù che medita sui fatti che succedono. Allo stesso modo anche noi siamo invitati a riflettere sugli avvenimenti di questo anno difficile appena terminato, per molti segnato dalla sofferenza, dalla solitudine e dalla morte di persone care. Dio non è un qualcosa di aggiunto alla storia ma è dentro la storia, dentro la gioia e la stanchezza. Noi davanti ai fatti della vita rischiamo talvolta di restare senza parole e senza speranza. È capitato a Zaccaria, padre di Giovanni Battista, che non potè pronunciare le parole di benedizione perché era rimasto muto, dal momento che non aveva creduto che a Dio nulla è impossibile. Non credeva che nel grembo in apparenza inaridito della moglie Elisabetta potesse sussultare la vita, pensando tra sé: che cosa può nascere di nuovo?
Noi ci facciamo gli auguri, ma sotto sotto, nel pensiero e nel cuore non manca la sensazione che l’augurio corrisponda a un passatempo e che nulla cambierà. O forse, se siamo fortunati, lasciamo la novità al caso, al destino, alla fatalità. In realtà noi leghiamo il sussultare del grembo di questo mondo, inaridito, alla potenza creatrice di Dio. Accade che i nostri auguri, pur se colmi di affetto e di sentimento, non vanno al di là di un desiderio. Tuttavia il Signore non si stanca di benedirci, certi che la sua protezione rimane efficace, vera e si compie. Come i pastori del vangelo, se ne tornavano ai loro greggi, alle loro notti, alla fatica di vivere godendo della luce del Bambino, così anche noi ritorniamo alle nostre case, alla fatica di vivere pieni di speranza perché il volto del Signore ci è favorevole, questo Dio si è curvato con amore su di noi. Si tratta allora dibene-direchi ci sta accanto: didire-benedella moglie, del marito, dei figli, degli amici e scoprire che in ogni persona c’è uno spiraglio di luce del Bambino Gesù. Non sappiamo come saranno i giorni futuri di questo nuovo anno, ma sappiamo che Lui, il Signore, non si stancherà di curvarsi su di noi per regalarci fiducia e darci pace.