Natale 2022 (Lc 2,1-14)

Natale è fare festa a un bambino che nasce. Per cogliere il senso di questa nascita facciamo un piccolo passo indietro per riandare alla scena che precede e accompagna la venuta al mondo di questo bimbo. Il vangelo di Luca, nella sua semplicità e priva di effetti speciali, ci dice che Maria partorì un bambino. Non è venuto al mondo in modo strano, ma bagnato e sporco come ogni nato della sua specie. È venuto al mondo dal corpo di una donna, nell’ambiente di una stalla. In questo modo si dice che il senso di Dio si fa trovare in un corpo fatto di parto, di lacrime, di sangue. Per alcuni ancora oggi è una realtà scandalosa, mentre il vangelo ci sta dicendo il senso vero dell’amore di Dio. Per questo Dio amare è entrare nel mondo delle cose, è entrare nella vita reale delle persone. È così che Dio ama. Dio ci dice: non fuggite la vita, ma entrate in essa. Attraverso l’angelo rassicura i pastori dicendo: «Non temete, vi annuncio una grande gioia: oggi è nato per voi un Salvatore». Ecco la bella notizia che scaccia la paura: non è nato un giudice, ma un Salvatore: la vita non deve farci paura, perché nella vita Dio è presente. L’angelo lo ripete anche a noi oggi, pastori degli anni duemila: Non abbiate paura!

Buon Natale a te genitore che ti senti un pastore di altri tempi, non all’altezza di crescere e accompagnare i tuoi figli di oggi. A te che ti senti pastore sbagliato, deluso, fallito: non dimenticare che nella vita tutti hanno imparato a camminare cadendo.

Buon Natale a te pastore sventurato che sei finito in carcere per un errore giudiziario e a te che passi il Natale in prigione lontano dalla tua terra e dalla famiglia. A te pastore che vivi nell’ombra, travolto dalla paura di non poter più riuscire da certi pantani di corruzione, di tradimento, di falsità nei quali ti sei infangato.

Buon Natale a te che sei disperato perché non trovi lavoro, a te che pur potendo lavorare sei mantenuto, viziato, capriccioso, a te che ti sei laureato e non hai una raccomandazione o una parentela giusta e sei costretto a cercare un riconoscimento oltre i confini.

Buon Natale ai diversamente abili, pastori zoppi che camminano con il bastone della loro dignità, che si muovono incerti, che ti conquistano con la loro serenità e il loro sorriso. A quelli che passano i giorni su un letto di ospedale, mendicanti di un saluto e del calore di una carezza.

Buon Natale a quei pastori che hanno generato figli, ma non sono mai diventati padri e madri. Per i figli di genitori separati e divorziati, che come pecore ferite soffrono senza sapere il perché dei loro pastori, che vivono con un cuore spezzato e insicuri cercano continue conferme.

Buon Natale ai genitori che hanno cresciuto i loro figli nel pieno benessere e, sconsolati, si trovano a dover digerire tanto malessere e tanta delusione. E buon Natale anche ai genitori costretti ad ascoltare il lamento dei figli che non trovano sonno perché hanno lo stomaco vuoto.

Buon Natale ai pastori orgogliosi di dirsi cristiani che tuttavia vivono con la paura dell’altro, del diverso, del migrante, di chi non gli assomiglia: quasi non fossero pecore della razza umana, percepiti tutti come lupi sempre in agguato.

Buon Natale ai pastori che si sentono soli, che devono fare i conti con il maltempo del cuore, il freddo dei legami familiari, la mancanza di saluti e di volti. A chi vive la fede in guerra, in cui il Bambino Gesù è ucciso, fucilato, torturato, giustiziato nel corpo dei soldati e dei civili. Pur umiliati questi fratelli e sorelle non scappano dalla vita.

Anche per noi oggi l’angelo del vangelo ci ripete: non abbiate paura della vita. Egli ci annuncia che il Bambino che è nato è la vera speranza, la Stella che nessun temporale della vita può spegnere.

Buon Natale!

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Domenica 1 gennaio 2023 - Madre di Dio (Lc 2,16-21)

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Domenica 18 dicembre 2022 - 4 Avvento A (Mt 1,18-24)